KYUJUTSU
L’arco è sempre stato considerato un simbolo di autorità e potere. Il primo leggendaio Imperatore del Giappone, Jimmu, era sempre ritratto con il suo arco.
Principale arma dell’arte del tiro con l’arco (Kyūjutsu 弓術) è lo yumi, l’arco lungo asimmetrico. Fabbricato in rattan o bambù, aveva una portata massima di oltre 100 metri. Per le sue grandi dimensioni, costringeva ad una certa immobilità dell’arciere, che si difendava dierno un tate (手盾), uno grosso scudo-barriera trasportabile in legno. Oltre alla versione lunga, definota daikyū (大弓) ne esisteva comunque una più corta, detta hankyū (半弓). La forma asimmetrica era ottimale per l’utilizzo a cavallo, sia nella pratica guaerrieta, detta kyubajutsu, che in quella cerimoniale shintoista, nota come yabusame. Durante i periodi Kamakura e Muromachi (1185–1568), l’aristocrazia guerriera seguiva la "via del cavallo e dell’arco” (弓馬の道 kyūba no michi).
I primi reperti raffiuganti immagini di arcieri giapponesi risalgono al periodo (500 A.C.– 300 D.C). I primi archi giapponesi, similmente a quelli occidentali, presentavano varie lunghezze ed erano impugnati al centro. A partire dal III sec. A.C., cominciò la fabbricazione dei maruki yumi, lunghi fino a 2 mt. Le prime fonti scritte risalgono alle cronache cinesi Weishu (datate 297 D.C.) che descrivono lunghi archi giapponesi con il flettente inferiore molto più cordo di quello superiore. Lo yumi asimmetrico più antico giunto fino ai nosrti giorni, rinvenuta a Nara, risale al V sec.
Durante il periodo Heian (794-1185) erano in uso archi laminate mutuati dai modelli cinesi. A partire dalla fine del X sec. iniziò un lungo periodo di modifiche e perfezionsmenti che porteranno, agli inizi del XVI sec. alla definizione della forma definitiva degli archi tradizionali oggi conosciuta. Con la sua lunghezza di oltre 2 mt., lo yari è considerate l’arco più lungo al mondo. Tipicamente più alto dello stesso arciete (ite 射手) viene fabbricato utilizzando bamboo laminato, legno e pelle, con la stessa tecnica tradizionale in uso da secoli. Le frecce (ya) sono custodite nella faretra (yebira).
Secondo la All Nippon Kyudo Federation, la corretta proporzione dei flettenti prevede che l’impugnatura (nigiri) sia pèosizionata a circa due terzi della lunghezza dell’arma, partendo dalla punta superiore. L’asimmetria comporta anche una differenza di curvatura tra i flettenti. Sebbene inizialmente progettata per un’efficace l’utilizzo sia i piedi che in posizione inginocchiata, tale caratterstica si rivelò vantaggiosa anche per l’utilizzo in sella, durante il quale l’arma doveva essere agevolmente spostata da un lato all’altro della cavalcatura. La differenza di curvatura riduce inoltre le vibrazioni prodotte dalla tensione dell’arma, posizionando l’impugnatura esattemente su uno dei nodi di vibrazione, ovvero i punti in cui si trova la minima ampiezza della curva di vibrazione.
Le corde sono fabbricate in canapa, e tradizionalmente vengono cambiate solo quando si rompono: quando ciò accade, i flettenti dell’arco, non più vincolati dalla corda, si flettono in direzione opposta, e questo è considerato positivo per aumentarne la resistenza. Il punto di giuntura tra corda e flettente, viene ricoperto di canapa e colla per proteggere il nodo ed aumentare lo spessore della giuntura, che garantisce una migliore stabilità della freccia in fase di tensione.
Lo yumi richiede una particolare manutenzione, perché può tendere a deformarsi. Tale processo è prevenuto da un periodico controllo della curvatura, condizionata manualmente applicando pressione nei punti giusti. A tale scopo, nei periodi di inutilizzo ogni arciere valuta se lasciare l’arco incordato o meno. Una corretta manutenzione fa la differenza tra un arco che può durare generazioni ed uno che si deteriora in pochi anni.
La prima scuola di kyujutsu fa la Henmi-ryū, fondata da Henmi Kiyomitsu nel XII sec..Da questa, prenderanno i natali la Takeda-ryūe la Ogasawara-ryū, specializzata nello yabasume (il tiro a cavallo) in risposta alla grande richiesta di arcieri generata dalla guerra Genpei (1180–1185). Durante la guerra civile, a cavallo tra il XV ed il XVI sec., Heki Danjō Masatsugu rivoluzionò le tecniche di tiro con la tattica denominata“hi, kan, chū”per il tiro a piedi. La sua strategia serebbe stata adottata da numerose scuola, tra cui la Heki-ryū Chikurin-ha, la Heki-ryū Sekka-ha e la Heki-ryū Insai-ha, ancora oggi in attività.
Con la pace mantenuta durante il periodo Tokugawa (1603–1868) I samurai, oramai ricollocati in cariche amministrative, si adoperavano per mantenere in vita le pratiche tradizionali. Il tiro con l’arco sopravvisse nelle cermonie di corte, con le competizioni tra arcieri, alle quali anche i non guerrieri si affacciavano sempre di più. Intanto, i nuovi concetti religiosi e filosofici del Buddismo Zen spinsero verso una rivalutazione del tiro con l’arco come disciplina di meditazione e concentrazione: nasce la via dell’arco, il kyūdō.
